La rana e lo scorpione

“La Rana e lo Scorpione” è una favola attribuita a Esopo e fa parte delle Favole morali.
Uno scorpione doveva attraversare un fiume ma, non sapendo nuotare, chiese aiuto ad una rana che si trovava lì accanto. Così, con voce dolce e suadente, le disse: «Per favore, fammi salire sulla tua schiena e portami sull’altra sponda.» La rana lo guardò con sospetto, poi gli rispose: «Fossi matta! Così appena siamo in acqua mi pungi e mi uccidi!»
«E per quale motivo dovrei farlo?» incalzò lo scorpione. «Se ti pungessi, tu moriresti ed io annegherei, perché non so nuotare!» La rana stette un attimo a pensare. Le parole dello scorpione avevano in effetti un senso. Allora lo caricò sul dorso e insieme entrarono in acqua. Ma, a metà tragitto, la rana sentì un dolore intenso provenire dalla schiena, e capì di essere stata punta. Mentre entrambi stavano per morire, la rana chiese allo scorpione perché mai avesse fatto una cosa simile.
«Perché sono uno scorpione,» rispose lui, «è la mia natura.»
Cosa ci insegna questa favola? Che reiterare modalità e atteggiamenti non efficaci per noi, senza mai provare a cambiare, alla fine può rivelarsi dannoso e rischiamo di pagare a caro prezzo, ignorare un cambiamento possibile.